Il piccolo Hans - anno XVI - n. 64 - inverno 1989-1990

essa, a firma di Anna Livia, si danno alle pagine 495 e 615. Questa «distribuzione postale» per irradiazione è del tutto coerente con il metodo che presiede all'intera FW: metodo, per dirla semplicemente, della moltiplicazione dei centri. Le versioni della lettera si aggiungono, si sovrappongono un po' come le interpretazioni in analisi. La scrittura della lettera, che ci ritorna di continuo fra le mani (perché appunto una lettera deve andare in giro), fa sintomo, ma si tratta, per usare ciò che afferma Lacan per Joyce, di un sintomo inanalizzabile - fortunatamente, se badiamo alla natura d'objet d'art di Finnegans Wake. La lettera è anche sonora. Grafo e suono corrono paralleli e autonomi, ma collegati. Derrida lo fa notare a proposito dell'Ulysses, e a maggior ragione vale per FW: «une marque à la fois parlée et écrite, vocalisée camme graphème et écrite camme phonème... en un mot gramophonée».12 Viene subito in campo la questione fondamentale, per cui il contenuto di questa lettera è la sua superficie. Ci ritornerò più avanti, perché è il presupposto di cui si sostiene tutto il mio discorso. Peraltro, la stessa idea di una rete doppia, di suono e di grafo, rimanda a uno spessore minimale, quasi direi immaginario. La trama del servizio postale, secondo cui viaggia la lettera, copre il globo come un tatuaggio; così non ha profondità l'intreccio di voci di cui la radio riempie i cieli. La radiofonia è difatti l'altro elemento costitutivo di FW, perché la lettera (la lettera come missiva e come unità alfabetica) si dissemini, si trasformi e deformi, produca una reazione a catena. Nell'inchiesta su HCE, i Quattro scatenano «zounds of sounds upon him» (499), «jam radio communications as in a magnetic storm», un groviglio di radiocomunicazioni provocato da una tempesta 105

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