te definito da Campbell e Robinson9 come «poliedro regolare delimitato da otto cubi»). La quadridimensionalità supposta al testo in questione - che peraltro si potrebbe allargare senza eccessivo arbitrio all'intero FW - non è una mera metafora ma il primo dato concreto di lettura, nel senso di esserne insieme un effetto e una condizione. La struttura segnica, qui intendo propriamente il segno tipografico, modella in senso fisico un oggetto confitto in uno spazio/tempo. È qualcosa di contornabile, di cui si può percepire nello stesso tempo il diritto e il rovescio, il sopra e il sotto; e che intanto si sviluppa nella durata, o meglio: ne subisce la distorsione. «Come l'universo, la Veglia di Finnegan sente il peso degli anni...», così rimarca, un po' ingenuamente, se si vuole, ancora Hart10. Ma questo solido è peraltro «the purest kidooleyoon» (107), val quanto dire un W5wÀ.EiOV o teatro di idoli, di simulacri o fantasmi che prendono in giro, imbrogliano («kid», «to kid»), e le sue quattro dimensioni, come i Quattro Ghostspellers, dovranno essere accreditate secondo maggior precisione e pertinenza allo scrivere. Esse si definiranno a un doppio livello. Nell'ordine letterario, alle tre dimensioni rappresentate dal grafo, dal suono e dal senso, si aggiungerà una quarta, la propagazione pulviscolare degli effetti semantici; nell'ordine psichico, simbolico, immaginario, reale s'integreranno dell'elemento definibile come «pulsazione del tempo», l'aprirsi e chiudersi di una beanza. Però il tessaract è in questo caso una lettera: e una lettera, per definizione muove da qualcosa a qualcosa. Essa va a cercare un posto in cui collocarsi, e così mette in moto tutti i posti. Derrida parla di «babélisation du sistème postal»11 in FW. Ma la posta non è la sola risorsa di Joyce. La lettera circola mediante gli avatiira di quella forma simbolica primaria che riveste nella sequenza di Belinda of the Dorans. Testi sempre più ampi e circostanziati di 104
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