sulle ricerche di Koyré sulle tendenze pre-galileiane della fisica del '30018 - sebbene limitate a un certo contesto inglese e legate a una nota tesi della scoperta scientifica 19 - hanno consentito di rinvenire una complessa rete di rapporti culturali e metodi di ricezione sorprendenti di terminologie risemantizzate continuamente in senso interdisciplinare, e vivaci scambi ermeneutici ed esegetici, mutue influenze di livelli epistemologici e mistici, scientifici e divulgativi2°. Visto inoltre che è stato possibile tradurre la ragione di Galileo in una questione di «eresia», niente impedirebbe dunque di vedere nelle rappresentazioni religiose di Dante il «velame» prescientifico di una nuova ragione - le metafore, infatti, funzionano, specialmente se sovrapposte. Ma il fatto di vedere specchiato nella dinamica razionale il pensieroreligioso, o anche il contrario, è cosa che va da sé; mentre l'essenziale sarebbe vedere l'uno con l'altra, individuando lo schematismo che li lega, cioè i termini appercettivi che istituiscono il loro.specchiarsi. È a questa altezza che si pone la sublimità di Maria: nel Paradiso essa appare infatti non solo come oggetto, ma soprattutto come metodo del movimento. Il «discorrimento» delle cause21 approda a una condizione di integrazione superiore, ed anche le procedure ljnguistiche tendono all'ineffabilità, ma nella determinazione, cioè, con termine neoplatonico, all'unificazione22 • Per poter prendere in considerazione ciò che accade - nella lingua, nel pensiero - quando il discorso delle cause si unifica, esaurendo il proprio progresso, è necessario non limitarsi, in negativo, all'analisi dei «defectus» relativi (della lingua e del pensiero), ma cercare di cogliere le so. luzioni particolari che Dante trovava nella propria esperienza culturale, e che sono originali in quanto in quel limite egli trova un'altra dimensione di esperienza nella quale lingua e pensiero si trasformano. Per esempio, Dante, conoscendo bene il Liber de càusis, ha potuto leggervi 95
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