l'alterità come identità, l'insieme come espansione dell'unità. Il ritmo quindi strutturerebbe le opposte esigenze del primario e del secondario, l'intero campo della psiche. Nicolas Abraham (1952) si è interessato al ritmo a partire da una lettura del Corvo di Poe. Come accadrà a Fornari studiando la melodia (1984) - che è vista evidentemente come correlato di un significato inconscio, più precisamente come ricordo della catastrofe della separazione-nascita e parziale riparazione49 -, anche Abraham arriva alla conclusione che il ritmo deferisce strutture affettive profonde: e solo in virtù di questo rinvio alla rappresentazione e al fantasma inconsci la poesia può essere presa in considerazione da un punto di vista psicoanalitico. Spazzato via il fuorviante argomento della pulsionalità, egli recupera la più schietta tradizione freudiana. Il Freud della Gradiva, per esempio, che afferma: «Ciò che veramente conta nella vita psichica sono i sentimenti, e tutte le forze psichiche sono importanti solo per la loro capacità di risvegliare sentimenti. Le rappresentazioni sono rimosse soltanto perché sono collegate allo sprigionamento di sentimenti che non dovrebbe verificarsi»50• Il percorso logico di Abraham è questo, - dalla superficie al profondo: ritmo-affetto multivalente e investimento fantasmatico-affetti nucleari-interiorizzazione simbolica di un'affezione-conflitto fra la tendenza alla ripetizione e la tendenza all'altro, al nuovo51 • Concluderò la rassegna menzionando, fra i tanti, uno dei più recenti lavori di F6nagy (1982), studioso spesso mal compreso e più spesso utilizzato a sproposito. Egli studia il ritmo in quanto «ripresa», e interpreta immediatamente: la ripresa può essere «il riflesso di una concezione inconscia della morte, vista come un ritorno al seno materno»52 . Le strutture ternarie sono in rapporto con la situazione edipica; le strutture binarie richiamano i primi processi di identificazione e di proiezione; la periodi83
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