Il piccolo Hans - anno XVI - n. 63 - autunno 1989

memoria nell'attualità»41 • La parola poetica è portatrice, «insieme e inscindibilmente, di senso, di suono, di accento»: in questa visione globale - strutturata dal principio di equivalenza jakobsoniano - anche il metro ritrova un suo ruolo (assieme ai caratteri soprasegmentali di tono, elevazione e accento, dispiegati in figure iterative): «Come la rima collega parole di senso diverso in parallelismi timbrici, così le diverse durate verbali che caratterizzano lo svolgimento sintagmatico sostituiscono alla successione indifferenziata un sistema equilibrato di corrispondenze, nel dinamico rapporto fra parola e metro»42 • 7. Le strutture affettive del ritmo Sostengono questi teorici (fra cui importanti psicoanalisti) che il ritmo non solo è in rapporto con il senso e con il soggetto, ma esprime, in modo supplementare ai diversi investimenti linguistici, configurazioni affettive profonde, vale a dire rappresentazioni inconsce. Riferisce Piaget (1926) che un naturalista ricordò che da bambino, di fronte al suo gatto, soleva emettere una sequenza di suoni cadenzati e iterativi con l'intento di «immedesimarsi col suo gatto: pronunciando questa formula, il fanciullo si sentiva penetrare nel gatto e dominarlo per partecipazione»43 • La figura ritmica ha qui dunque un ruolo magico (come dice Freud della parola poetica), e la «magia» consiste in un controllo onnipotente dell'oggetto, insomma un'identificazione proiettiva. H. Gross (1964) cerca di connettere, in un primo momento, natura e cultura: «La struttura ritmica è una forma simbolica, significante i modi in cui noi sperimentiamo i processi organici e i fenomeni naturali»44 • Subito dopo, restringe il campo e focalizza il pensiero: «Nelle arti del tempo, la musica e la letteratura, le forme ritmiche 81

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