Il piccolo Hans - anno XVI - n. 63 - autunno 1989

ricca di esemplificazioni, costituisce un punto di riferimento notevolissimo per tutta la comunità scientifica: tanto più in quanto il vertice prescelto, ampiamente assiso sulle più valide risultanze delle scienze umane, si concentra poi su una ben definita koinè retorica. 6. Il ritmo produttore di senso I teorici di questa sezione proclamano che non si dà ritmo fuori dei suoi investimenti discorsivi, e che questi investimenti sono portatori e trasformatori di senso. Parole disparate, rese ritmicamente equivalenti, tendono ad una convergenza anche semantica: così conclude Tynjanov (1923) nel suo geniale contributo sulle strutture del testo poetico. Entro questo solco si muoveranno tutti gli studiosi successivi anèhe se appartenenti a «scuole» diverse. La serie ritmica - continua Tynjanov - evidenzia «indizi di significato fluttuanti»34 : la memorabile dizione mostra come il parallelismo ritmico renda più fluido il campo semantico dei segni, rendendolo disponibile ad incontri altrimenti assai più difficoltosi. Stringendo il ritmo al suo momento fonico iterativo, Tynjanov ci consegna egualmente una legge protostrutturale: «Il ruolo delle ripetizioni sonore che danno luogo a indizi fluttuanti di significato induce a considerarle quali originali metafore ritmiche»35. Jakobson (1960) farà di questa legge il caposaldo della sua teoria del poetico (principio di equivalenza). Quel che è in gioco nel problema del suono è la «relazione semantica» intercorrente fra elementi in ugual posizione: «L'equivalenza del suono implica inevitabilmente l'equivalenza semantica»36 . L'interpretazione psicoanalitica del testo poetico gli darà pienamente ragione (equazione simbolica inconscia). Guiraud (1970) ha riccamente illustrato i suddetti prin79

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