Il piccolo Hans - anno XVI - n. 63 - autunno 1989

esattamente il ritmo cardiaco. In sede ricapitolativa, egli cede la parola a Woodrow: «Il raggruppamento ritmico è determinato dalla durata degli intervalli soggettivi, non dagli intervalli oggettivamente misurabili, ma dalla coscienza che il soggetto ha di questi intervalli, cioè degli intervalli considerati come grandezze mentali»31 • Proporrei di sostituire alla parola «coscienza» la parola «inconscio». 5. Il ritmo come figura del tempo Originale appare, nell'ambito delle ricerche del prestigioso Gruppoµ di Liegi, non tanto un tentativo di studiare le iterazioni a tutti i livelli del discorso poetico (dai prosodemi ai pacchetti semici), quanto la classificazione del ritmo in base al tipo di tempo messo in opera, identificando una figura retorica in ogni diversa configurazione ritmica (1977). Si tratta di due classi (continuo/discontinuo) e di otto sottoclassi del tempo discontinuo. Tempo caotico: anagrammatismo spinto; tempo ordinato, suddiviso in: progressivo/irreversibile: il livello di superficie del testo poetico; tempo ripetitivo: campo dei vari tipi di iterazione; ordinario ripetitivo lineare, diviso in: reversibile: palindromo, «contrepet», inversione, tmesi, iperbato, chiasmo, metatesi, ipallage; tempo lineare elastico: disseminazione fonica; tempo ciclico, diviso in: tempo periodico (curiosamente fondato sulla non-isocronia) e tempo ritmico (fondato sull'isocronia); dalla sintesi dei due provengono figure di duplicazione (o proto-ritmo), di triplicazione (o quasi-ritmo), di moltiplicazione (o ritmo vero e proprio), il quale dà: una ripetizione ritmica convenzionale (metro, rima, ecc.) e una ripetizione ritmica libera (assonanza, allitterazione, anafora, ritmi semantici)32. Se si concorda col fatto che la poesia è l'intrusione della permanenza nella storia33 , questa classificazione, 78

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