Il piccolo Hans - anno XVI - n. 63 - autunno 1989

contro ogni semiologia castratoria («Più la semiologia si vuole scientifica, più essa rafforza la metafisica del segno»: «sogno di scienza universale», «astoricità radicale della semiologia»), l'articolazione del soggetto nella costituzione del ritmo. Il ritmo organizza il discorso; in quanto il discorso non è separabile dal senso, il ritmo è inseparabile dal senso del discorso: «Il ritmo è organizzazione del senso nel discorso. Una teoria del ritmo nel discorso è una teoria del soggetto nel linguaggio» 18 . Effetto di reciprocità: tanto il soggetto produce il ritmo, tanto il ritmo produce, trasforma il soggetto: «Un ritmo è un senso se comporta un passaggio del soggetto, la produzione di una forma del soggetto»19 • Uno specifico punto di legame con la Kristeva è costituito dalla riflessione sulla natura del ritmo: «Soverchiando i segni, il ritmo comprende il linguaggio con tutto quel che può comportare di corporeo»20 . Comunque sia, mi pare alquanto interessante lo sforzo di questi teorici di tener aperto il campo del soggetto, coniugando, nel suo spazio proprio d'articolazione, ritmicità, fonetica, semantica, ed eventualmente inconscio. 4. Il ritmo dalla natura alla cultura Sono compresi in questa rubrica alcuni dei lavori più chiarificanti sulla natura e la funzione del ritmo (dei ritmi). Un posto d'onore spetta alla ricerca etimologica di Benveniste (1951), che non solo ha spazzato via una quantità di equivoci, ma è poi giunto ad acquisizioni che vanno ben al di là del puro studio etimologico. Che «rhythmos» derivi da «rhein», scorrere, è acquisizione ecumenica. Il primo ostacolo è, nel tempo, derivato dal fatto che molti studiosi, in una tradizione secolare, avevano collegato lo «scorrere» al movimento regolare delle onde del mare, cercando di motivare «naturalmente» il significato 73

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