Il piccolo Hans - anno XVI - n. 63 - autunno 1989

sia è «violenza organizzata fatta al linguaggio comune». La riserva di Ramous concerne il ruolo degli ictus, che, all'interno del verso, «non seguono una regola fissa e immutabile, ma si dispongono secondo un andamento ritmico che appartiene solo al singolo poeta, o al massimo a una corrente letteraria»4 • Delas e Filliolet (1973) sfumano in più direzioni la loro valutazione: in parte concordano con la bipartizione di Guiraud, secondo cui vi è una «grammatica» ritmico-metrica (le «contraintes» di pertinentizzazione) e una «retorica» (effetti metrici liberamente realizzati nell'ambito della «grammatica»); in parte fanno spazio (astratto) ai cosiddetti tratti sopra-segmentali, o prosodemi; in parte si aprono (ma ancora in una prospettiva di astratta petizione) alle geniali risultanze del lavoro di Ghyka, per cui sarebbero determinanti le ricorrenze sillabico-accentuative, all'incontro delle quali, però, «corrono, si sovrappongono e si combinano le periodicità più complesse che costituiscono i ritmi dinamici propriamente detti»5 • Di · fatto, lo studio delle periodicità non solo getta un ponte' alle scienze biologiche, ma fonda la comprensione strutturale del testo poetico. Segnalerò da ultimo la posizione di Pagnini, il quale parte da premesse, per così dire, neo-formaliste, ma dischiude il poetico alla «musica»: in questo doppio registro, in cui entra anche una volontà di matematizzazione del discorso, spicca la sua ricca definizione del ritmo, suscettibile anche di portare l'analisi verso tutt'altri sviluppi. il ritmo comprende dunque: «1) ritorni di accenti; 2) ritorni di fonemi; 3) ritorni di aggregati fonemici; 4) ritorni di pause; 5) ritorni di tracciati melodici»6 • La scelta stessa della parola «ritorno» implica, magari involontariamente, irresistibili richiami di parte psicoanalitica. 69

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