Il piccolo Hans - anno XVI - n. 63 - autunno 1989

che rimandano ad esperienze lontane o vicine dell'artista), alla "scena omega" (aspetto coinemico, corrispondente al "significato simbolico": l'interpretazione del quadro in termini di coinonie): «il senso che l'analisi coinemica scopre dietro il quadro è dunque un senso naturale» (p. 189); la Tempesta di Giorgione, ad es., è riducibile al coinema della nascita. Oltre che un'analisi psicologica della produzione artistica (nei termini un po' abusati dell'equivalenza freudiana artista = nevrotico� e una lettura semiologico-psicoanalitica del prodotto artistico, la coinematica fornisce una "teoria della fruizione" fondata sulla presupposizione che «la significazione coinemica si identifica con la fruizione dell'oggetto rappresentato» (p. 35) e che la qualità estetica di un quadro «lo rende adatto a stimolare l'attivazione di oggetti interni buoni» (p. 51). L'analisi coinemica è interessata, insomma, alla spiegazione del godimento estetico: essa «nella sua elaborazione completa arriva alla possibilità di definire, all'interno di un grande paradigma (che esplora l'arte in funzione dell'elaborazione apotropaica o nostalgica del lutto), l'impressione olistica intuitiva del quadro» (f t.). «Nella sua forma più complessa la programmazione di affetti, resa possibile dal quadro, implica una comunicazione intrapsichica che procede secondo una marcia a delfino, comportante: a) partenza di un segnale infausto nella forma dell'espressione; b) arrivo all'inconscio di un messaggio infausto nella sostanza del contenuto coinemico (decentramento coinemico del quadro); e) transustanziazione della sostanza infausta del contenuto nella sostanza fausta dell'espressione (ricentramento iconico dei significati nei significanti)» (p. 164). L'analisi coinemica «si muove verso un significato tendenzialmente univoco, cioè verso una tendenziale monosemia dell'opera poetica» (p. 196): niente scivolamento del significato al di sotto della barra della significazione, 64

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