Il piccolo Hans - anno XVI - n. 63 - autunno 1989

dello spostamento, l'esistenza della censura superegale. Ma è sulla considerazione dell'oggetto di studio in quanto tale, sulla definizione stessa di sogno, che si apre il baratro tra fornarismo e freudolacanismo: Lacan, infatti, interpreta l'equazione freudiana sogno=rebus come un rimando alla natura linguistica dell'immaginario (un rebus vale solo in una lingua data) e considera i sogni come elementi del "discorso" che s'instaura nel rapporto analitico; per Fornari, invece, sogno=rebus vuol dire che la produzione onirica è sostanzialmente iconica (procede per "iconogrammi"). Ben si vede, a questo punto, come si vadano delineando due opposte teorie dell'inconscio. Terzo tempo: Giorgio Quintavalle, La comunicazione intrapsichica. Saggio di semiotica psicoanalitica, Milano, Feltrinelli, 1978 Quintavalle è allievo di Pomari: ci troviamo di fronte a una tesi di laurea. Due le ambizioni: correggere il taglio "linguistico" della psicoanalisi lacaniana; fornire una fondazione semiologica alla teoria coinemica. Lacan, in verità, è citato solo come uno dei tanti utilizzatori del termine /simbolico/, e attaccato al carro di Cassirer e Heidegger. Ma ben si vede che il progetto dell'A. -fornire un modello semiologico della struttura e del funzionamento dell'apparato psichico -prende ispirazione dal noto slogan lacaniano «l'inconscio è strutturato come un linguaggio». Solo che c'è una correzione di tiro, come dicevamo, nel metodo: per Lacan «è tutta la struttura del linguaggio che l'esperienza psicoanalitica scopre nell'inconscio» e dunque la scienza che bisogna interrogare è «la linguistiça, cioè lo studio delle lingue esistenti [...] il che lascia �ori [...] ogni semiologia più o meno ipoteticamente genèralizzata» (L'istanza della lettera nell'inconscio); per Quintavalle, invece, si tratta -se non proprio di introdur53

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