Il piccolo Hans - anno XVI - n. 63 - autunno 1989

con cui sovrasta Ismene, il modo in cui la respinge, una volta appreso che non troverà in lei un'alleata (Resta con Creonte, visto che ti piace tanto, 306). Acerba, spietata, implacabile, la giudica quello Spettatore Modello che è il Coro (vv. 471-72): Ella è 6m6s. Termine che si può tradurre, ap� prossimativamente, con inflessibile. Vuol dire, letteralmente, qualcosa di non civilizzato, di crudo- il termine «crudità» è il più adatto, nel senso in cui lo si utilizza per parlare dei divoratori di carne cruda. Questo è il punto di vista del Coro. Ella è 6m6s come suo padre, ecco ciò viene detto (EP, 306). Si tratta di una sfumatura essenziale per comprendere l'errore, l'eccesso, che è al centro della tragedia. L'inflessibilità è regressiva- dobbiamo forse stupircene? La rigidità non si limita al registro del Simbolico istituzionale, di una legislazione inaridita, catacresizzata, meccanica: la sua ritualità non si consuma in se stessa, ma è diretta ad evocare le potenze arcaiche che aveva represso, in parte interiorizzandole. Le pressioni dell'Immaginario renderanno la Legge lineare e insaziabile: essa precipiterà in una sola direzione- verso ciò che Lacan chiama la seconda morte. La vita ha qualcosa a che fare con la morte? Si può dire che il rapporto alla morte sostiene, sottende, come la corda dell'arco, la curva della salita e della ricaduta del vivente? [... ] In ciò che vi dico ora, non è di questa morte che si tratta; bensì della seconda morte, quella a cui si può ancora mirare quando la morte è compiuta, come vi ho mostrato concretamente nel testo di Sade (EP, 341). 35

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