Il piccolo Hans - anno XVI - n. 63 - autunno 1989

Lacan richiama alcuni versi dell'Antigone che non piacquero a Goethe, tanto da spingerlo ad avanzare l'ipotesi che fossero stati interpolati. Nel Quarto episodio, mentre viene condotta alla sua tomba sotterranea, la fanciulla si rivolge al Coro - allo Spettatore Modello, come precisa altrove Lacan (EP, 294) - per giustificarsi. Quali sono i motivi che l'hanno indotta a sfidare le leggi della città? Non lo avrei fatto, ella dice, per un marito o per un figlio poiché Morto il marito, ne avrei avuto un altro; e da un altro uomo avrei avuto un figlio, se quello mi fosse mancato: ma ora che mia madre e mio padre sono in fondo all'Ade, non è mai più possibile che mi nasca un fratello (vv. 909-12)17 • Sono i versi che Goethe ritiene così poco degni di Sofocle da volergliene negare la paternità. Tuttavia quest'opinione nonsembrasostenibile. Inqualemisura essi appartengano alla cultura ellenica, ed esprimano un'«argomentazione greca», sipuòintuirericordandocheunragionamentoanalogo compare in Erodoto, nel terzo librodelle Storie, e che il passo viene altresì citato da Aristotele, nel terzo libro della Retorica. È dunque difficile ritenerlo spurio. Piuttosto, il carattere «scandaloso» di questi versi fornisce un punto d'appoggio per comprendere il desiderio di Antigone in quanto è eccessivo. Ma, ancora una volta, impariamo a diffidare di termini in cui il significato etico ha ricoperto, con uno strato di ovvietà, la virtualità strategica. Nella prospettiva morale, l'eccesso evoca tutta la semantica del disordine, dell'irregolare, del troppo mobile, di ciò che si rivela senza freno essendosi sciolto dalla Legge; mentre dal punto di vista della metis l'eccesso si manifesta come una varietà del rigido. E Antigone è rigida: non vi è critico che non abbia sottolineato i suoi tratti duri, la fermezza quasi disumana 34

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==