Il piccolo Hans - anno XVI - n. 63 - autunno 1989

fiuto dell'ottimismo morale. L'uomo non può essere una creatura buona per il semplice motivo che è una creatura di desiderio-': così egli non può amare il suo prossimo; perché vi riconosce un essere spinto dalle sue stesse passioni 13• Ma ciò non implica che la natura umana vada irrigidita nel contrario degli ideali a cui dovrebbe tendere. In tal modo la natura sarebbe nuovamente ridotta e semplificata, mentre la morale verrebbe artificializzata all'estremo. Il Me-ti. Libro delle svolte di Brecht presenta una riflessione intitolata «Dell'occuparsi di morale»: Ci sono poche preoccupazioni, disse Me-ti, che danneggino la morale di un uomo tanto quanto l'occuparsi di morale. Sento dire: Bisogna amare la verità, bisogna mantenere le promesse fatte, bisogna lottare per il bene. Ma gli alberi non dicono: Bisogna essere verdi, bisogna lasciar cadere verticalmente i frutti al suolo, bisogna frusciare con le foglie quando ci passa il vento14• Nulla vieta -di scorgere nel testo di Brecht, considerato isolatamente, la rivendicazione di un'etica «naturalistica» in contrapposizione all'artificialità del «dover essere». Sovrapponendo però alle prime righe il già ricordato ammonimento di Nietzsche- «il credere nella morale non è ancora una prova di moralità»-, riceviamo l'impressione che Brecht stia suggerendo un'altra, e più complessa operazione:'che egli stia dubitando della possibilità di un ingresso autonomo nella morale, della possibilità di porre il problema dell'etica separatamente rispetto ad altre sfere della riflessione. Forse, dal riferimento a entità naturali, per le quali non ha senso il «si deve», va derivata l'opportunità di indagare la realtà a cui s'intendono prescrivere le leggi. «Pensare bene è il primo principio della morale» (Pascal). Pensare bene, e non «volere bene»: la buona conoscenza deve precedere la buona intenzio30

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