comprensive e di animo gentile. Un'analisi corretta secondo i principi psicoanalitici può essere effettuata solo dopo il settimo o ottavo anno di età. Ma persino con dei bambini così piccoli l'analista dovrà, come vi mostrerò più avanti, staccarsi dal suo solito modo di procedere e accontentarsi di risultati parziali quando si accorga che il bambino rischia di essere sconvolto da un sovvertimento troppo forte dei suoi sentimenti e dei suoi pensieri, o che gli venga fatta una richiesta troppo elevata per la sua capacità di assimilazione, o che il suo animo sia disturbato invece che liberato. In generale, si possono distinguere due gruppi di pazienti-bambini: quelli che sino dall'inizio sanno oppure imparano velocemente in cosa consista il trattamento, il suo scopo e il suo obiettivo, e gli altri ai quali, vuoi per la loro tenera età, vuoi perché non avvertono direttamente la sofferenza causata dai loro sintomi (per esempio nel caso di accentuate tendenze omosessuali), vuoi per fattori individuali (come una costituzione debole), non c'è modo di far capire quale sia l'obiettivo del trattamento psicoanalitico. In questo caso lasciamoli tranquillamente credere che l'analista passa con loro così tante ore solo per insegnare loro qualche nozione o per correggere il loro cattivo comportamento o per giocare con loro oppure per un interesse speciale nei loro confronti. Un esempio: un delicato ragazzino di tredici anni non dubitò per un solo istante che io fossi, come diceva sua madre, un'amica del padre che in quel momento era in guerra, e che ero venuta ad augurare al giovane rampollo Mille di Questi Giorni. Poiché aveva qualche difficoltà nel parlare, egli accettò poi molto fiduciosamente anche la spiegazione che gli avrei insegnato a parlare con chiarezza, e fece davvero degli sforzi per parlare più fluentemente. La madre di un ragazzino di undici anni che viveva _completamente assorto nelle sue fantasticherie e nei suoi sogni, scelse, senza la mia approvazione, un modo di pre198
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