Il piccolo Hans - anno XVI - n. 63 - autunno 1989

cambiamento dell'ambiente. Faccio degli esempi: c'era un ragazzino che ebbi in trattamento e che rubacchiava piccole cose dovunque, il quale considerava tutte le sue esperienze a scuola e a casa come semplici «burle» e a proposito del suo totale fallimento scolastico, seppe rimettersi in pace con la sua coscienza con la seguente riflessione: «Anche a mio padre non piaceva studiare, eppure ce la caviamo così bene!». Un altro ragazzo di dodici anni, un pigro, che ho analizzato nella clinica dei bambini di Vienna, era così contento di stare in clinica per via del cibo buono che gli davano che, nonostante la nostalgia per i genitori più volte dichiarata, non aveva il benché minimo desiderio di tornarsene a casa. L'esperienza mi ha insegnato che le ragazzine in età puberale sono più indifese e più sensibili alla conflittualità della vita familiare che non i loro coetanei maschi. Questo si spiega in parte col fatto che la ragazza ha dei legami più forti con la vita familiare perché ha ricevuto un'educazione più repressiva, e in parte perché ha meno forza a disposizione per superare, tramite la sublimazione, gli impulsi incestuosi che sono sempre in procinto di riattivarsi violentemente in questo periodo critico. In un caso di fobia di un bambino di cinque anni, Freud ci ha mostrato il metodo (che è diventato il fondamento della terapia psicoanalitica del bambino) con il quale possiamo far luce negli abissi della psiche di un bambino laddove i sovvertimenti libidici si tramutano in angoscia infantile. Il mondo dei pensieri e dei sentimenti del bambino dovrà essere capito e compreso a fondo, perché questo ci assicura da parte del bambino una fiducia illimitata, e così avremo scoperto un modo per mettere il bambino al riparo da errori e danneggiamenti. Poiché la formazione del bambino, sia essa fisica che mentale, è affidata soprattutto alle donne, diventa essenziale da parte nostra provvedere a formare per il lavoro psicoanalitico donne 197

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