Il piccolo Hans - anno XVI - n. 63 - autunno 1989

strazione nella strutturazione della nevrosi23 • Ferenczi, pur convinto delle implicazioni soprattutto cliniche di quelle intuizioni di Rank che collimavano con le sue, era preoccupato di assicurare a Freud tutta la loro fedeltà al suo pensiero. In un'altra lettera sempre dello stesso periodo, difendendo le due proposte tecniche innovative più inquietanti degli Entwicklungsziele, l'abbreviamento dei tempi della cura e il reimpiego dell'ipnosi finalizzato all'attualizzazione del vissuto emotivo, Ferenczi puntualizza di non credere che si stavano mettendo così su delle vie «che andavano bene per viaggiatori di commercio»24, perché né Rank né tanto meno lui si erano mai sognati di abbandonare il saldo terreno dell'insegnamento freudiano. Rank il terreno dell'ortodossia era invece ormai prossimo ad abbandonarlo, mentre Ferenczi, che nel frattempo avrebbe preso le distanze dalle posizioni dell'amico25 , dopo una lunga e sofferta elaborazione sarebbe arrivato a conclusioni completamente diverse riguardo alla natura e incidenza del trauma originario e alla sua possibilità di risoluzione nella cura. All'XI Congresso Internazionale dell'Associazione psicoanalitica, tenutosi ad Oxford nell'agosto del 1929, Ferenczi presenterà nel suo scritto Principio di distensione e neocatarsi, che avrebbe dovuto inizialmente intitolarsi Progressi della tecnica analitica, i nuovi punti di vista acquisiti: [...] arrivai a stabilire che l'atteggiamento severo, freddamente riservato dell'analista veniva vissuto dal paziente come la continuazione della lotta infantile contro l'autorità degli adulti, dando luogo al ripetersi di quelle medesime reazioni caratteriali e sintomatiche che sono alla radice della nevrosi vera e propria. Fino a quel momento, nel mio modo di concepire il termine della cura, il manifestarsi di queste resistenze 181

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