Il piccolo Hans - anno XVI - n. 63 - autunno 1989

tazioni riguardo al rapporto tra questo trauma e la forza traumatica del complesso di Edipo22 • È che questa convinzione Ferenczi l'aveva raggiunta anche per proprio conto su un altro terreno, quello filogenetico. In quella che resta forse la sua opera più originale, il Versuch einer Genitaltheorie, meglio conosciuta come Thalassa, aveva avanzato l'ipotesi - un'ipotesi maturata da tempo, in autonomia anche se in concomitanza a quella di Rank- che il trauma ontogenetico della nascita non farebbe che riprodurre le catastrofi biologiche della filogenesi: Cosa accadrebbe se l'esistenza intra-uterina dei mammiferi superiori non fosse che la ripetizione di una forma di esistenza dell'epoca marina, e se la nascita non fosse altro che una ricapitolazione individuale di quella grande catastrofe che ha costretto tante specie animali, e certamente anche i nostri antenati animali, al momento del prosciugamento dei mari, ad adattarsi alla vita sulla terraferma, e soprattutto a rinunciare alla respirazione branchiale per sviluppare degli organi atti a respirare l'aria? (Ferenczi, 1924, p. 66) Il coito stesso, in cui per l'inconscio si realizzerebbe la fantasia incestuosa edipica, per Ferenczi «non può avere come scopo, dapprima brancolante e poi sempre più nettamente orientato, e infine parzialmente riuscito, dell'Ego, che quello di ritornare nel corpo materno, situazione in cui la rottura, così penosa per l'essere vivente, tra l'Ego e l'ambiente esterno non si è ancora verificata» (Ferenczi, 1924, p. 37). Una stretta correlazione risultava intercorrere dunque tra l'angoscia della nascita e quella di castrazione edipica. Freud era disposto anche a riconoscerlo, se non veniva però messa in discussione la priorità dell'angoscia di ca180

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