Il piccolo Hans - anno XVI - n. 63 - autunno 1989

automaticamente nella fase finale della cura come ripetizione del trauma della nascita, questo legame biologico con la madre, che sta alla base del transfert, condizionandolo nel suo carattere di resistenza. Si riesce così ad estirpare nel profondo il legame con l'analista e contemporaneamente a risolvere la precoce fissazione infantile alla madre. (Rank, 1926, p. 4, trad. it. dell'A.) Per raggiungere questo risultato l'analista dovrebbe procedere- come si esprime Rank in una lettera a Freud, decisamente contrario ad una abbreviazione programmata della cura- con la tempestività e la precisione di un chirurgo che sa esattamente dove incidere20 • Ferenczi che nel capitolo terzo degli Entwicklungsziele considera il problema della evoluzione della tecnica in una prospettiva storico-critica, premettendo che «tutta la serie delle tecniche difettose»- da lui peraltro presentate in sequela21 -«corrisponde alle varie stasi nello sviluppo della conoscenza analitica», non poteva non restar colpito dalle ipotesi avanzate da Rank. In una lettera di spiegazioni a Freud, nel pieno della polemica scatenata dalla pubblicazione degli Entwicklungsziele, Ferenczi chiarisce così la sua posizione, dopo aver precisato di esser venuto a conoscenza delle tesi di Rank solo durante la stesura del loro libro: Quanto al valore terapeutico della presa in considerazione del trauma, non si potrà certo esprimere delle certezze, come voi stesso dite, prima che sia trascorso un certo tempo (è sorprendente che i berlinesi abbiano potuto formulare un giudizio in così poco tempo). Ma il valore teorico è fuori dubbio. Io stesso non posso più prescindere da questa indicazione di risalire fino al trauma della nascita; direi che è il materiale stesso ad obbligarmi attualmente a farmi certe rappresen179

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