Il piccolo Hans - anno XVI - n. 63 - autunno 1989

ti per giunta nell'intento, Sandor Ferenczi e Otto Rank. Né Rallk né tanto meno Ferenczi avevano aspettato di essere stimolati da un premio per dirigere la propria attenzione sui problemi e le prospettive che una evoluzione della tecnica analitica, sensibile sia ai progressi clinici che teorici, metteva sul tappeto. Rank per ragioni, almeno all'inizio, essenzialmente didattiche, visto che era stato incaricato di tenere per un piccolo gruppo di allievi inglesi e americani un corso seminariale sulla tecnica dell'interpretazione dei sogni5 • Ferenczi per un suo specifico interesse nel campo della tecnica che da qualche anno l'aveva portato, seguendo peraltro certe indicazioni di Freud6 , ad escogitare delle modalità d'intervento «attivo» per sbloccare nei pazienti certe resistenze particolarmente difficili da individuare e da espugnare7 • Amici di lunga data Rank e Ferenczi fecero convergere questi loro interessi in un'alleanza di lavoro, sfociata nella pubblicazione di un'opera in comune, la cui gestazione fu piuttosto lunga e tormentata. La distanza tra Vienna e Budapest pesò in qualche misura, a parte i numerosi impegni individuali, sulla continuità di questo lavoro in comune. Freud all'inizio aveva visto con molto favore questo sodalizio scientifico tra due dei suoi più dotati e stretti collaboratori, considerandolo molto promettente. Nell'agosto del 1922 così Freud scriveva a Rank, che gli aveva anticipato alcune tesi poi esposte nel libro: 166 Mi rallegro molto dello stimolo proveniente dall'intento del vostro progetto in comune. Ho sem- ' pre temuto di frenare le persone a me vicine riguardo a una presa di posizione autonoma e sono contento quando ho la prova del contrario. Alcune cose di quelle che mi ha comunicato non le capisco ancora, altre mi sembrano troppo dure, troppo estreme o troppo sicure. Il ricondurre

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