Il piccolo Hans - anno XVI - n. 63 - autunno 1989

Il Wunsch, Io incontriamo nel suo carattere particolare, irriducibile... Il Wunsch non ha il carattere di una legge universale, ma al contrario della legge più particolare - anche se è universale che questa particolarità sia riscontrabile in ogni essere umano (EP, 33) Si annuncia qui la parodia di Kant condotta inconsapevolmente nell'opera sadiana. Per verificare l'universalità della massima, che il soggetto vorrebbe trasformare in imperativo etico, Kant suggerisce di compiere un esperimento ideale: saresti disposto a vivere in un mondo in cui il principio della tua azione valesse con la necessità di una legge della natura? Giudicheresti morale quell'universo? In Francesi, ancora uno sforzo (1795), Sade dà l'impressione di cimentarsi in un esperimento del genere: immagina un'utopia egualitaria, in cui la gerarchia tra libertini e vittime viene sottoposta a una reversibilità permanente. Per realizzarla, è sufficiente trasformare in legge la massima «Ho il diritto di godere del tuo corpo, può dirmi chiunque, e questo diritto lo eserciterò, senza che nessun limite possa arrestarmi nel capriccio delle esazioni ch'io possa avere il gusto di appagare». Tutto sembra svolgersi in conformità alle indicazioni kantiane; il soggetto erige a norma universale un principio che potrebbe venir ritenuto «morale» non solo dal suo giudizio privato, ma da un'intera tradizione che si richiama all'etica «secondo natura». Purché si sappia che la natura non è domestica, e che spinge Eros e Thanatos ai loro esiti estremi. È interessante constatare qui, la convergenza del secondo e del terzo paradosso: indicando nella jouissance il solo imperativo categorico si riconosce, da un lato, che la legge universale è costretta a prescrivere il particolarismo di ogni soggetto - e in ciò soltanto consiste la sua universalità; dall'altro, si ritrova la solidarietà spinta fi15

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