Il piccolo Hans - anno XVI - n. 63 - autunno 1989

maschile. Ora, il vuoto è presupposto perché si accumuli una tensione di attesa. Il vuoto primario significa semplicemente: lo stato precedente al riempimento, e perché questa condizione abbia senso è necessario un considerevole livello di maturazione. Il vuoto che si presenta durante un trattamento è una condizione che il paziente sta cercando di sperimentare, una condizione passata che non può essere ricordata se non venendo sperimentata al momento, per la prima volta. In pratica, la difficoltà è che il paziente teme la spaventosità del vuoto e, in difesa, organizzerà un vuoto controllato tramite il non mangiare e il non imparare, o potrà anche riempirsi spietatamente con un'ingordigia che è compulsiva e che lo fa sentire rabbioso. Quando il paziente riesce a pervenire al vuoto stesso e a tollerare questa condizione facendo affidamento sull'io-ausiliario dell'analista, allora, il ricevere può cominciare, improvvisamente, ad essere una funzione piacevole; qui può cominciare quel mangiare che non è funzione dissociata (o separata) come parte della personalità; inoltre, è in questo senso che alcuni dei pazienti che non potevano apprendere possono iniziare a farlo in modo piacevole. La base dell'apprendimento (così come il mangiare) è il vuoto. Ma se il vuoto non viene sperimentato come tale fin dall'inizio, allora ecco che si trasforma in una condizione di cui si ha paura, pur se compulsivamente la si ricerca. Non-esistenza La ricerca della non-esistenza personale può essere considerata alla stessa maniera. Si troverà che la non-esistenza qui è parte di una difesa: l'esistenza personale viene ad essere solo rappresentata dagli elementi di proiezione e l'individuo tenta di proiettare qualunque cosa 138

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==