Il piccolo Hans - anno XVI - n. 63 - autunno 1989

tuiscono i nessi stessi di una ricerca costitutiva, poiché la forma, per essere determinata trascendentalmente, ha un fondamento morale. È quanto dice Bernardo nelle sue opere di mistica: che la risalita (esegesi-esodo) dalla «regio dissimilitudinis» deve avvenire attraverso la realizzazione di similitudini concepite non come artifici espressivi, ma come ponti dinamici: l'unione finale sarà «Felix unio, si experiaris: nulla si comparaveris»76 • Questo insegnamento del mistico cistercense è particolarmente vivo negli ultimi canti del Paradiso, dove più frequentemente compare la rinuncia espressiva e l'insufficienza dei paragoni, o dove le brevi similitudini sono ricavate per via negativa, o sono ristrette - come abbiamo visto - alla rappresentazione di un incominciamento. Il punto di equilibrio nella «responsabilità» umana della similitudine è in Bernardo il libero arbitrio77 , con una notevole analogia col concetto linguistico di beneplacito (arbitrarietà del segno, ma anche regolazione della luce)78 in Dante. Bernardo si spinge fino ad affermare che il libero arbitrio, nesso indissolubile di una libertà-necessità superiore alle cause, «è la sola analogia divina che/ l'uomo I non possa perdere»79 • Dante riprende questo giudizio nei numerosi luoghi della Commedia dove il libero arbitrio, discontinuità epica che si apre nel cuore della necessità causale - nesso politicamente decisivo80 -, è da una parte istanza talmente forte da risolvere anche i più ardui problemi filosofici che si pongono durante il viaggio; e, insieme, è immagine così viva, che anima i morti, identificando strettamente ognuno col proprio esempio costitutivo, come fosse l'intera sua vita, poiché è lo schematismo trascendentale colto nella realtà. 6. Sigillo Tornando alla coincidenza di parlare e vedere, nell'ar111

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