Il piccolo Hans - anno XVI - n. 63 - autunno 1989

tivo è che questa riforma si appunti sul concetto di «Pri- · ma materia», la quale, nel neoplatonismo arabo specialmente, è definita come una struttura che suggerisce già di per sé un metodo di filosofia trascendentale: «una sfera di luce che avvolge da ogni parte l'universo sensibile e intelligibile»73, cioè con una definizione equivalente, di ritorno, a quella di Empireo. Entrambe riconducibili a una sola definizione, la Prima materia e l'Empireo, equivalgono, come rileva Nardi74, all'Anima del mondo75 ; e in questo modo sottolineano «qual sia la vera natura dello spazio e del tempo, sì che non la coscienza è nello spazio e nel tempo, ma questi sono anzi nella coscienza», cosicché «forma dat esse rei», e l'esperienza si conferma una questione ontologica. 5. Libero arbitrio Una delle conseguenze più significative della cesura fisica e teologica della causalità a livello dell'Empireo è che l'inchoatio della necessità è vista nel creaturale; e, di più, l'iniziativa del moto è attribuita al vivente, tanto più nobile in quanto ne porta la responsabilità; così come succede alle api - già nel Purgatorio, XVIII, 58 - che sanno produrre il miele per istinto innato, e che ancor prima - nel Convivio IV, XVII-non solo sanno produrre cera, ma anche, appunto, il miele, come l'anima razionale le superiori virtù morali. Nella discontinuità logica avviene la produzione dell'esperienza, e l'inversione che produce il «senso di responsabilità» del vivente conserva il duplice aspetto di una cera signata e di un miele dolce, di parlare e vedere, che sono legati in una lingua/luce. È a questo livello che si definiscono, nel testo di Dante, quelle strutture dinamiche, come principalmente le similitudini, che non hanno una semplice funzione verbale o espressiva, ma che costi110

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==