Il piccolo Hans - anno XVI - n. 63 - autunno 1989

la», «distilla», «sigilla», «raggia», ma soprattutto - adiacente a quel «sanza distinzione»- l'«essordire». Ciò avviene anche in un altro importante luogo, alla fine dell'ultimo canto, dove si afferma l'essere in sé di Dio, e dove vi sono tre forme di <<intendere», il verbo che rappresenta ora l'estremo incominciamento70 , e che fu già il punto della sospensione nel Convivio. Da un punto di vista più precisamente storico filosofico, Nardi indica che il mutamento prodotto nella conce: zione dantesca è da attribuire probabilmente all'influenza di un passo del Timeo11 nel commento di Calcidio. Tuttavia, nella prospettiva che qui ci interessa- di seguire la discontinuità nella polarità di trascendenza ed esperienza personale - si può notare che il procedimento di sviluppo di quest'idea rimane all'interno di un'influenza neoplatonica già attiva nell'esperienza culturale giovanile, ma probabilmente non riconosciuta. Infatti la tesi emanatista di Avicenna conteneva già gli elementi utili alla nuova concezione, solo che nel trattato ne fu accettato solo lo spunto razionalistico. La presenza contestuale di altre tesi emanatiste è evidente già nel Convivio72 : esse sono numerosissime poi nel Paradiso, a conferma che proprio esse, al contrario, contribuirono alla nascita di una nuova concezione, e che il problema, fin dall'inizio, era piuttosto quello di un'affermazione di un modello trascendentale su un modello razionalistico totalizzante; e che poi il primo, dopo avere prevalso, avrebbe usato le conquiste della ragione - abbandonate come meramente tali, nella loro presunzione totalizzante- come materiale di determinazione di un «discorso.» molto più vasto e composito. È intuibile come le prime «certezze» smontate e ricostruite secondo la nuova prospettiva dovessero essere proprio quelle relative alle cause; ma nonmeno significa109

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