Il piccolo Hans - anno XVI - n. 63 - autunno 1989

fisica newtoniana, come ad es. nel Konvolut VII59 (dove pensa a catene, o fili metallici, o funi sospese nel vuoto sopra la Terra-non appesi in nessun posto, ma «librati verticalmente»-o che roteano intorno al pianeta in modo non parallelo, e che perciò si strappano per un aumento matematico della gravità). b) Tuttavia il mutamento radicale di metodo conoscitivo e rappresentativo costituito dall'Empireo come discontinuità ha anche un aspetto soggettivo nell'esperienza di Dante. Se infatti in questo luogo si realizza obiettivamente qualcosa che è superiore ad ogni neoplatonica enarrazione o discorsività, qui si riassume anche la «storia» di Dante: quella civile narrata qui come abbiamo detto-dal punto di vista delle sue «radici» (Cacciaguida); e quella intellettuale, rappresentata presso questa discontinuità estrema dal significato dei propri errori, in quanto punti di discontinuità dell'esperienza. È in questa implicazione soggettiva che il lettore trova motivo di grande attrazione, perché la discontinuità costitutiva dell'esperienza è vissuta (realisticamente; con evidentia) nell'instabilità della conoscenza. Così il «guardare discontinuato»60 di Dante non solo non rappresenta un indietreggiamento rispetto all'ottimismo del «continuo sguardare» della conoscenza nell'averroismo giovanile, ma, in quanto fa della discontinuità il motivo fondamentale dell'intelligenza, sottolinea il carattere trascendentale di quest'ultima. L'intelligenza implica una cesura, rinviata nell'esperienza, ma è questa discontinuità che, determinandola, muove l'intelligenza: perciò questa lega la contraddittorietà di finito e infinito, vede nella bellezza un punto sublime di non-analogia, si determina come ponte dinamico, e costruisce così gradatamente la propria irreversibilità. Il lettore può infatti constatare che, man mano che si 105

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