Il piccolo Hans - anno XVI - n. 63 - autunno 1989

il latte materno (XXX, 82-4), infine ricevono la grazia ancora «ne la madre» (XXXII, 69); ed anche, nella tensione generale, il movimento degli sguardi, di Beatrice, di Bernardo, di Maria, di Dante, che hanno funzione di linee di forza anch'esse retrograde. Dapprima infatti - subito dopo la visione svelata dei fiori e delle faville - Dante è certo della visione dell'Empireo: La vista mia ne l'ampio e ne l'altezza non si smarriva, ma tutto prendeva il quanto e 'I quale di quella allegrezza (XXX, 118-120); poi - dopo la visione delle api - ammette che la propria visione dell'Empireo non è ancora ben orientata: La forma generai di paradiso già tutta m'io sguardo avea compresa, in nulla parte ancor fermato fiso (XXXI, 52-4)54 ; infine - dopo il movimento dello sguardo di Maria - la visione è già avvenuta, anticipata assolutamente: Bernardo m'accennava, e sorridea, perch'io guardassi suso; ma io era già per me stesso tal qual ei volea (XXXIII, 49-51). La direzione della rivelazione comporta la retrospettività della certezza, e un venir meno del senso, tanto che dopo l'ultima visione quelle linee di forza si perdono, come «la neve al sol si disigilla» (XXXIII, 64), o come un «oracolo al tramonto» sede di verità («si perdea la sentenza di Sibilla», XXXIII, 66). È il segnale di un ambito particolare, nel quale, poiché c'è discontinuità, certezza e verità sono inversamente proporzionali55 • 103

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