Il piccolo Hans - anno XVI - n. 63 - autunno 1989

neoplatonica: nella possibilità di un moto per essentiam, fondata sulla discontinuità nella necessità. Di questa discontinuità Dante fornisce immagini spaziali. Prima fra tutte la struttura dell'Empireo. 3. Discontinuità: Empireo Diverse questioni di discontinuità vertono intorno all'Empireo: logica, fisica, teologica, astronomica, geometrica, ottica, e anche stilistica; tutte collegate dalla cesura della necessità che vi ha luogo, nella sospensione del discorrere delle cause e nell'interruzione delle influenze costitutive del mondo. Prima nel suo libro sulla teoria dantesca della prima creazione44 , poi nella voce Empireo dell'Enciclopedia dantesca45, A. Mellone sostiene che vi sia stato un mutamento profondo fra l'Empireo del Convivio e quello del Paradiso. Nel Convivio esso è corpo, ed è creato46; nel Paradiso non è corpo, poiché «il maggior corpo» è invece il Primo Mobile (XXX, 39), che è anche l'ultimo cielo a racchiudere «tutti i volumi / del mondo» (XXIII, 112-3), e non è nemmeno creato. Ma, soprattutto, pur essendo descritto immobile, nel Convivio esercita una influenza motrice sui cieli, nel Paradiso no. Infatti in Conv. II, III «questo è cagione al Primo Mobile per avere velocissimo movimento»47 ; mentre nel Paradiso questa funzione motrice-causante è attribuita per intero al Primo Mobile, anche dal punto di vista della causa finale, essendo esso «meta» da cui «comincia» tutta la natura (Par. XXVII, 108), il quale cielo, a sua volta, non ha altro riferimento («dove») che Dio stesso. Il concetto è ripetuto in Par. XXX, 106-8. L'Empireo è rappresentato quindi da ultimo come una cesura a livello dello spazio (non è cielo), del tempo (non è creato), della necessità (non influisce muovendo)48 • Più ancora che un punto di catastrofe, che potrebbe comunque essere descritto, nell'Empireo si vede un mutamento 101

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