senza eccessive discriminazioni storiche o filologiche, ai paesi più svariati del Medio Oriente, fino alla Palestina degli Ebrei. Quando era a Strasburgo Goethe aveva tradotto dal latino parti del Cantico dei cantici, che dalla sua visuale laica gli offriva situazioni e colori inconfondibilmente orientali. Nel 1773 abbozza un dramma Mahomet (Maometto), di cui ci rimane un frammento nel grande inno Mahomets Gesang (Canto aMaometto). Dieci anni dopo, quando l'arabista inglese, William Jones, pubblica The Moallaktit or sevenArabian poems, London 1783 - una antologia dell'VIII sec. che raccoglie canti dei beduini preislamici -, Goethe traduce dal latino di Jones un brano della prima di queste composizioni. Nel 1797 riprende quegli studi sul testo della Bibbia, che aveva cominciato nel lontano periodo di Francoforte agli inizi degli anni settanta, e scrive il saggio/ srael in der Wuste (Israele nel deserto), che sarà poi inserito nelle Noten undAbhandlungen zu besseremVerstiindis des West-ostlicher Divans (Note e dissertazioni per la migliore comprensione del Divano occidentale-orientale). Nel giugno del 1814, durante alcune settimane passate alle cure termali di Bad Berka, non lontano da Weimar, Goethe legge I:Jafe� e inizia subito dopo a scrivere liriche sul modello del poeta persiano. Il 4 agosto a Wiesbaden incontra Jacob von Willemer, un banchiere di Francoforte di cui era amico da tempo; Willemer, che si occupa anche di teatro, ha con sé una giovane cantante e attrice austriaca, Marianne Jung, che vive nella sua casa da quando aveva sedici anni. La donna, non una bellezza, è intelligente, vivace, spiritosa, tanto che agli inizi del secolo aveva suscitato una passioncella in Clemens Brentano. Goethe la rivede il 15 e il 16 settembre, quando Willemer e Marianne lo invitano a passare qualche giorno presso di loro; Willemer sposerà Marianne il 27 di quello stesso mese. A questo punto l'esercizio creativo sul modello di I:Jafe� si complica di un elemento autobiografico, anche se ac96
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