Il piccolo Hans - anno XVI - n. 62 - estate 1989

una crepuscolare speranza, nella poesia di Holderlin. Questa fuga verso i paradisi perduti, sintomo di una inquietudine che coverà sempre sotto le ceneri, nonostante le accese speranze di una riscossa nazionale, sembra, a prima vista, che risparmi a Goethe i suoi eccessi, gridati a voce alta da Kleist e camuffati nelle storie allucinate dei fantasmi di Hoffmann. Si ricordi, tuttavia, che il 1808 è per Goethe l'anno de Die Wahlverwandtschaften (Le affinità elettive), il grande romanzo dove, sotto gli esiti di morte di una vicenda privata, è facile riconoscere una nota di pessimismo esistenziale. Nel 1814 Goethe inizia a lavorare al West-6stlicher Divan (Divano occidentale-orientale), l'unico volume di poesia che abbia assunto la struttura di un ciclo di vasto respiro. I precedenti che si possono invocare in questo senso, le Romische Elegien (Elegie romane) o i Venetianische Epigramme (Epigrammi veneziani), anche se costituiscono una unità conchiusa in se stessa, si configurano nell'insieme del corpus della lirica goethiana con la relativa esiguità delle loro proporzioni, mentre per le sequenze più labili delle Xenien (Xenie) e delle Zahme Xenien (Xenie miti), si deve precisare che sono frutto di un lavoro di addizione nell'ambito di un genere che ha indiscutibilmente una costante uniformità di timbro e di metro. Il Divano non è per Goethe un esempio unico in assoluto e, per il numero difforme delle poesie distribuite in ogni libro, è carente dal punto di vista della organicità compositiva, ma è il solo che fin dalla sua genesi sia stato concepito come un canzoniere articolato e complesso. I suoi modelli - e questo è il carattere più vistoso della raccolta - non erano il Petrarca o lo Shakespeare dei sonetti, ma il Dfvan di un poeta persiano vissuto fra il 1319 e il 1390 d.C., ijafe� (questa è la grafia esatta che ci insegna Alessandro Bausani), e che nella versione in tedesco dell'orientalista Joseph von Hammer (Der Diwan des Mohammed Schemseddin-Hafis) appare come Hafis. Non era 94

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