Hellenic image is conceptually opposed to all these things [...] The Hellenic image is avowedly antiquarian, in sharp contrast to the familiarity of the Romeic. What more eloquent expression of this contrast could there be than the rural Cypriot use of anttika (cf. Italian antico) to denote ugliness? Reverence for the ancient past would seem, at least in part, to be an intrusive idea in the culture of rural Greeks»17. Osservazioni giustissime, che però si prestano a mio avviso a una piccola correzione, perché il problema, purtroppo, 'è che anche la dimensione familiare e «paesana» del termine presenta una connotazione tutt'altro che ingenuamente rurale: romeika, romiosini, romiì, come ben sappiamo e come ognuno vede, esibiscono un etimo che rimanda alla «Città regina», la nuova Roma fondata da Costantino (ed eccoci tornati ai Romani!), rimanda cioè all'altro modello ecumenico che fa concorrenza al modello classicista, il modello bizantino-ortodosso18. Volendo fissare in qualche modo l'epicentro - o almeno uno dei nodi principali - in cui questi nevralgici problemi d'identità vengono allo scoperto, non si può che ricordare il caso, in Grecia universalmente noto, della sindrome Fallmerayer. Fra il 1830 e il 1836 Jakob Philipp Fallmerayer, uno storico d'origine tirolese e di dichiarate simpatie pangermanistiche, pubblica in due volumi la sua Geschichte der Halbinsel Marea wii.hrend des Mittelalters. La tesi di quest'opera è che i Greci moderni non discendono dagli antichi, giacché la penisola greca è stata slavizzata nel corso dell'età medievale fino a perdere ogni carattere nazionale «primitivo»: per conseguenza la Grecia è «fuori dall'Europa», è «parte dell'Oriente». Questo attacco - certo viziato da presupposti razzistici e da palesi distorsioni di dati storici e filologici- ebbe in Grecia l'effetto di una dichiarazione di guerra e in pratica funzionò come un detonatore ideologico. La risposta del nazionalismo greco non si fece attendere. Nasce e si organizza in questi 72
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