Il piccolo Hans - anno XVI - n. 62 - estate 1989

E vennero i regni di tutto l'Occidente e si prosternarono dinanzi a lui, e gli recarono molti doni e lo supplicarono che concedesse e lasciasse loro buoni ordinamenti e il loro paese. E Alessandro, mosso a compassione, lasciò loro buoni ordinamenti, come desideravano. E gli offrirono un tributo di dodici anni e un contingente di uomini e si prosternarono e quindi se ne andarono. Ed egli lasciò a capo di Roma un certo Talamedo suo amico carissimo. La terza novità è data dalla collocazione dell'episodio nell'ambito della strategia ecumenica del protagonista. Anche se l'andamento desultorio del racconto rende difficile formalizzare nel dettaglio l'ordine temporale, le linee generali sono infatti chiarissime: dopo l'assunzione al trono di Macedonia e dopo la sottomissione di Atene e di Tebe - cioè dopo la realizzazione dell'egemonia nazionale - il programma ecumenico punta verso Occidente. Qui, una volta sottomessa Roma, dopo una fulminea diversione a Sud e dopo aver verificato i confini occidentali del mondo («E giunse al fiume Oceano, che gira tutt'intorno alla terra»)11 , Alessandro passa a Nord («Enghlitera»). Dall'Inghilterra, dove stipa il suo esercito su «dodici galere grosse», fa vela per l'Egitto, e quindi per la Macedonia. Dalla Macedonia, dopo aver riunito il suo esercito (ivi compresi i contingenti dei re occidentali «ch'egli aveva soggiogato con la spada»), ha inizio la spedizione in Oriente. Già nella recensio vetusta l'episodio romano precede fa conquista dell'Oriente12 , ma nel Romanzo neogreco questo fatto diventa un elemento centrale. Alla vigilia del confronto con i Persiani Dario invia una lettera ad Alessandro: 68 . È giunta alle mie orecchie, figlio di Filippo, una certa voce secondo cui ti accingi a venire da queste parti dopo aver soggiogato la Grecia ed essere arrivato fino a Roma.

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