Il piccolo Hans - anno XVI - n. 62 - estate 1989

Il processo tutto passaggi, e scollamenti e rotture, ci appare ora, mentre vediamo lo scriba Dante attirare le parole nell'«esca dolce della semantica», «l'unico oggetto strutturalmente passibile di raffigurazione poetica (che poi sono): gli impeti, le intenzioni e le ampiezze dell'oscillazione [c.n.]». Il mefisto-valzer dello sperimentalismo, che ci dà il capogiro, fu concepito nel Quattrocento, e fors'anche molto prima di allora, durante il processo di morfogenesi della poesia, il processo ondulatorio della convertibilità della materia poetica, la più esatta, la più profetica e la più indomabile di tutte le materie51 • Nel processo di morfogenesi la materia poetica distribuisce, dunque, i suoi effetti di significato (o di senso, con una valenza più ampia) dal fascio delle rappresentazioni verbali nel processo ondulatorio oscillatorio che le collega. E le collega un po' come gli atomi nella teoria di Epicuro, o gli uccelli nel XVIII del Paradiso, lasciando che interagiscano: così, a queste condizioni di «slancio», di «arrendevolezza» si produce il nucleo più intimo (e più instabile) della creazione poetica. Questo nucleo è l'attimo d'aggiustamento di tutti gli elementi nella struttura, è il punto di realizzazione estensiva della reversibilità: qui risiede la realizzazione poetica che in quanto tale è folgorata dalla rapidità dell'evento. L'apparizione semantica è brevissima. In un sistema che non può essere immobilizzato per definizione, si dissolve immediatamente. 52 Una volta compiuta la propria funzione, i segnali-onde semantici scompaiono: quanto più sono stati intensi, tanto più facilmente e rapidamente dileguano. Altrimenti è inevitabile la ripetizione, il ribattere su quei chiodi prefabbricati che sono le im-

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