meno a lungo questo sentire che rimodella la realtà. Esso riporta nell'area in cui la madre permette al bambino di scoprire il mondo esterno, secondo i propri bisogni ma appunto con la garanzia dell'attenzione di lei, un'attenzione graduata, che viene a poco a poco meno, fino a quando scompare ed il bambino scopre che la madre è altro da lui e che perciò anche gli altri oggetti sono altro da lui, realtà esterna. La coppa sembra diventare lo stesso soggetto recipiente (re-capire) il suo pensiero: un pensiero che è appunto nostos, ritorno, potremmo dire, verso la casa in cui si è emersi di fronte ad un oggetto esterno che ha orientato ed orienta, nel senso proprio del far nascere. Il dipendente, attraverso l'incorporazione, ricupera un amore, sia pure ambivalente, ed una sensorialità, sia pur qualitativamente tanto limitata. «Someillers, ò créateurs de nouvelles formes, rendezmoy de non beuvant beuvant!», brinda qualcuno in Rabelais. È vero, è una dubbia conversione nell'opposto, quasi miracolosa: la negazione è salva. Ma talora si tratta di scongiurare una disintegrazione. Romolo Rossi * Il D.S.M. III è la terza edizione del Diagnosticai and Statistica[ Manual ofMenta[ Disorders dell'«American Psychiatric Association» pubblicato nel 1980. Costituisce un estesomanuale nosografico di classificazione di tutti i disturbi mentali (a ciascuno dei quali è assegnato un codice di cinque cifre), ordinati secondo un criterio descrittivo ed ateoretico. In esso non viene considerata l'etiologia se non nei casi in cui sia universalmente accettata ed inclusa nella definizione del disturbo. Ogni singolo caso di disturbo mentale riceve un'assegnazione diagnostica su cinque diversi assi. Gli Assi I e II includono tutti i disturbi mentali. L'Asse III è per i disturbi e le condizioni di ordine fisico. L'Asse IV indica la «Gravità degli Eventi Psicosociali stressanti» e l'Asse V il «Massimo Livello di adattamento raggiunto nell'anno precedente la diagnosi». [N.d.R.] 201
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