Il piccolo Hans - anno XVI - n. 62 - estate 1989

viali e compagnoni, improbabile la socievolezza, che spesso alcuni ostentano, non altro che difese maniformi. Un sogno dunque, un day dream abortito: perché non compiutamente realizzato, con componenti sublimatorie in una coerente creazione fantastica, se non poetica, via che tutti noi utilizziamo per progettare, lenire le frustrazioni, immettere i nostri desideri in dimensioni più gratificanti, secondo lo schema di Freud in «Il poeta e la fantasia»? E qui bisognerebbe fare alcune osservazioni sul day dream. Basta osservare che il day-dream «si costituisce come una attività sovrastrutturante la capacità dell'individuo di darsi una rappresentazione dei propri contenuti interiori e di dare la prevalenza alla realtà interna». Una volta definita la capacità di fantasticare come «una forma dell'attività di pensiero, che è stata mantenuta indipendente dall'esame di realtà, e che è rimasta soggetta soltanto al principio del piacere», possiamo parlare di funzione ecologica della fantasia. Funzione cioè di mantenere quel tanto di realtà interiore, nostalgica ed arbitraria, compatibile con l'esistenza esterna, proprio quello che manca, diremmo, nel dipendente: perché allora il fallimento della funzione ecologica del day-dream? Perché, pensiamo, la capacità sovrastrutturante della fantasia, la formazione del day dream compiuto ed il suo continuarsi nell'evoluzione psichica, sono legati al superamento della posizione depressiva. L'esperienza depressiva si esaurisce nel timore della perdita e nel processo di interiorizzazione che ne consegue: mancano tutte quelle operazioni mosse dall'esperienza della perdita, operazioni che, oltre all'interiorizzazione dell'oggetto cui si deve rinunciare, mirano a sostituire nella realtà l'oggetto primario con un nuovo oggetto, tramite un processo di simbolizzazione, oggetto che deve poi essere difeso e protetto. L'esperienza nel nostro caso, non è sostitutiva, ma confusiva, come si conviene ad un tipo di mondo interiore arcaico, duale, in cui l'elemento fondamentale del narci196

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