Il piccolo Hans - anno XVI - n. 62 - estate 1989

Il Dalla mia finestra non rintocca nessuna torre, nella parete liscia, secca, senza caduta del castello di Voze. E non viaggia la voce, diafana balestra con il sesso appeso a una gruccia che inchioda le palpebre alle porte finché le scrosti il gelo, o crepitino linguette di fuoco sulla testa dei morti, ma nel sonno -come fosse che sia lingua di parola sciolta come per l'erba il cane o l'uccello che vola, ora che di colpo entra una lente, un giocattolo smisurato sul tavolo che piomba giù nella crosta trapassata del proprio torso-cosa, giù dalla torre ossidionale dentro la sua parte stessa, giù fino ali'acqua che suona confusa: lì, sto sotto la luce: i pianeti voltigano per aria girando in rotta perfetta fermi, attimi atomi: ecco, sulla tovaglia in mezzo proprio a tutto il cibo. 187

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==