Il piccolo Hans - anno XVI - n. 62 - estate 1989

I Come incupisce il tempo, e tutto è atono e fermo. Scrivo: - sono sotto uno specchio con mille candelabri, e un braccio lavorato di bronzo brunito fisso negli occhi, un sole spiato di traverso, all'ombra, come d'un alberoma è piatto deserto qui, con il giardino al suono cupo e battente: ecco, si fa vano il fatto, tutto un pulviscolo di tempo sfinito, spazzato, come la lampada celeste con la forza del gelso quando monta sul muro a spicchi di limone. Vengono more, piccoli pendenti d'inchiostro sul ramo d'autunno, di sambuco forse, come orecchini, nere ciliege nel riquadro alla finestra con la cupola e ultimo l'albero. Scrivo, che non mette frutta, né ho cosa alla bocca che sciolga il nòcciolo, o bava o scorza, qualcosa come una tana felice. Scrivo: come è spugnoso questo albero che si muove appena d'azzurro in viaggio polvere d'albero papiro. 186

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