Il piccolo Hans - anno XVI - n. 62 - estate 1989

note agli specialisti ma non per questo destinate a rimanere confinate in un ambito necessariamente ristretto (almeno da noi). Citerò allora qualche passo tra quelli che mi sono sembrati più significativi e ne riassumerò altri che mi paiono in relazione diretta, direi: ombelicale, con la nostra attuale visione della modernità e con l'idea della sua crisi che qualcuno ha definito «postmodern», forzando un poco i termini di un discorso che invece fa ancora parte della modernità medesima. Ma su questo argomento si dovrebbe aprire un altro capitolo: al presente i corni del dilemma ci servono come punto generale di riferimento rispetto alla versione vulgata del problema. La lezione più immersa nell'attualità culturale è la quarta, intitolata: «Poétique et modernité» e mi pare necessario cominciare da una citazione di fondo, questa: «Dal punto di vista linguistico l'uomo arabo è cresciuto in una cultura che vede la lingua come la propria immagine parlante, e se stesso come riflesso di questa lingua. La lingua rappresenta per lui l'unione di cuore e ragione. Essa è il simbolo primario dell'identità araba. Come se, in tale prospettiva, fosse la lingua ad avere creato l'uomo arabo: sul piano dell'innatismo nella Jahiliyyah; sul piano della Rivelazione nella profezia; sul piano della ragione nell'Islam. Come se la lingua nella coscienza araba fosse scienza dell'essere piuttosto che scienza del linguaggio. La lingua è materia creata e dalla sua materialità scaturisce il ritmo dell'esistenza, emana l'essenza dell'essere». Occorre prendere subito confidenza con il terminelahiliyyah: definisce il periodo che nell'Arabia ha preceduto l'Islam; è il periodo del deserto e dei beduini; la poesia nasce dall'oralità e l'oralità detta le proprie leggi alla poesia. Dallalahiliyyah si passa alla grande codificazione linguistica del Corano e da quella a una ulteriore codificazione di ciò che può dirsi letteratura e poesia e ciò che va rigidamente escluso. È il periodo della ricerca di una sicurezza nella Retorica, in nome della quale è stato mes181

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==