Il piccolo Hans - anno XVI - n. 62 - estate 1989

in uno scritto di mano di Goethe, e ne è rimasto molto abbattuto. Il sognatore cerca di ristabilire un certo ordine cronologico nella vicenda, partendo nei suoi calcoli dalla data di morte del poeta, il 1832. Prima di quella data, il signor M doveva essere molto giovane. D'altro canto, il sognatore non sa nemmeno bene in che anno si trovi e dunque smarrisce presto il bandolo dei calcoli. Rammenta solo che l'attacco era contenuto nel noto saggio di Goethe «Natura». Il commentario che Freud fa seguire al sogno, e il commentario dal commentario stilato da Didier Anzieu (Eauto-analyse de Freud) mettono in rilievo quello che è il carattere fondamentale del processo onirico in questo caso (e che serve, sotto l'aspetto della difesa appassionata, all'insorgente ambivalenza nei confronti di Fliess, ossia del signor M): il carattere dell'inversione, del «proprio il contrario». Preso di mira apparentemente è il signor M (Fliess), ma in realtà l'attacco si dirige a Freud stesso; i calcoli vengono fatti partendo dalla data di morte anziché da quella di nascita; nel sogno è un vecchio, Goethe, che attacca un giovine, all'opposto di quanto accade nella realtà del caso Fliess, eccetera. L'analisi moltiplica, con velocità e ampiezza scalari, una quantità di capovolgimenti di questo tipo. Non è dunque sul punto del nome (Goethe) ma del processo, che ho formato un collegamento fra il sogno di Freud e i modi di approccio della poesia occidentale contemporanea al tema, anzi al mito, dell'Oriente, rispetto alla posizione esemplare del Divan. Il dato in comune ai due ordini di considerazioni è appunto l'inversione. Il rapporto particolare ipotizzabile dietro certi testi di poeti italiani d'oggi, ancorché non codificato, rovescia la via regia che ho creduto di delineare per il Divan. Là Goethe operava partendo da una distanza al suo tema, all'Oriente, tanto più chiara e stabile quanto meno da museo, 17

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