senso, incertezze; antinomie, inquietudini per far incontrare (e superare) limiti. Non per nulla qualcuno l'ha ricondotta alla pulsione di morte (Reta: che si è ucciso poco tempo fa). E anche se resiste sempre, in essa, la «lode alla realtà», e quindi un certo carisma (minimo, sottinteso, umile, poco «efficiente»), la strada che essa percorre per arrivarvi è il più spesso irta di angosce. Oggi comunque sembra che la poesia, proprio in quanto chiama alla ribalta il poeta-corpo, venga più cercata (magari perché scoperta dal consumismo raschiando il fondo delle possibilità dove era emarginata, dimenticata). Se la televisione si interesserà anche a queste performances potrà apportare chiarimento e riflessione. Sulla scia di una valida tradizione, si è attuata poi una serie di esplicitazioni più o meno teatrali del fatto poetico, «filtrato» quale drammaturgia (ed è quasi sempre possibile coinvolgerlo in essa). Così si può dire per esplicitazioni mimiche-ballettistiche, interessanti specie per i numerosi problemi del visuale che spesso, e in modo inopinato, sono affiorati in questi esperimenti. Desidero qui ricordare quello effettuato dall'«Anonima teatro studio» di Torino sulla mia raccolta di versi Il Galateo in Bosco nel 1979. lo ho fornito un nastro con la registrazione di lettura di miei componimenti, «spiegati» alquanto ironicamente come in una lezioncina scolastica. Esisteva solo la mia voce, in scena, mentre si avvicendavano figure mute (persone, maschere, movimenti vari di illuminazione) senza una pretesa interpretativa o di commento, ma nella ricerca di una connivenza non sempre accertata. Il risultato è stato nel complesso positivo. Moltissimi esperimenti del genere hanno avuto fortuna in questi ultimi anni; ma temo che non si sia ancora avvicinato il nucleo vero del problema che in essi è stato dibattuto (cfr. Cordelli, Il poeta postumo, Lerici). In ogni caso il mezzo televisivo potrà sfruttare più di un espediente tecnico e più di una trovata che sono state abba158
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