Il piccolo Hans - anno XVI - n. 62 - estate 1989

appare passibile di esser revocata in dubbio da una morale più alta e più complessa, peraltro mai bene esplicitata. Certo, tutto questo è dato nel tema. È il tema del racconto. L'unità tragica del fare e del morire si è stemperata, l'abbiamo detto, e sul versante della vita, dei valori, è apparsa la nuda datità: un morire, che in nessun modo può esser sollevato al significato. L'insenziente, l'insignificante, si propone anzi nella sua enigmaticità, nella sua sordità, e avanza compatto: sicché l'ironia di Marlow, nei confronti del capitano, non sarebbe che l'effetto della superiore consapevolezza, a lui concessa fin dall'inizio nella sua qualità di narratore, dell'onnipotenza del nulla sulla vita degli uomini. «You simply can do nothing», aveva esordito: «combatti, lavori, sudi, ti ammazzi quasi, a volte ti ammazzi davvero, nel tentativo di realizzare qualcosa - e non ci riesci. E non per colpa tua. Semplicemente non puoi farci nulla» (p. 9). È vero: come dice Marlow, «non puoi farci nulla». Ma anche: «puoi fare il nulla, semplicemente». C'è il nulla da fare. Il viaggio - la vita-giovinezza - da portare alla sua destinazione: l'Oriente-morte. Ma questo, allora, è il racconto. Solo il racconto non è nulla, perché fa il nulla. Solo il racconto si sottrae alla morte, all'insignificanza che è in essa, perché anzi la mette in mostra, quella caducità senza riscatto. È il racconto che «esibendo l'inerzia del deserto, allo stesso tempo esercita un potere germinativo che è affine a quello del prato»7 : è quello il suo «fare» che tiene a bada il «morire», ossia la propria stessa fine. Capiamo ora che l'«orrore» che è nella morte di Kurtz in Heart of Darkness, la cecità che è in quella del capitano Whalley in The End of the Tether-le altre due storie che nel 1902 confluirono in Youth: A Narrative, and Two Other Stories - valgono quanto il chiudere al di qua della costa dell'Oriente per Marlow, solo che qui il buio è meno fitto: tutte immagini, del limite, the end of the tether, oltre il quale la voce si spegnerebbe. Ma su quel 138

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==