Il piccolo Hans - anno XVI - n. 62 - estate 1989

rienza. Ma può allora ancora legittimamente dirsi narratore? È lui il narratore? "Gesta della memoria" In quelle prime parole della sua fittizia esistenza, egli va subito ad occupare, con l'invadenza che gli è propria, la posizione che sarà dei critici. Tutto il discorso di questi ultimi sul simbolismo conradiano ne è insieme anticipato e autorizzato: quasi ulteriore racconto nel racconto, o ennesimo inquietante adombramento della figura dello scrittore. Del quale, in questo preciso momento, ha l'età: quarantadue anni. Nei racconti successivi, è ovvio, tale coincidenza si perderà, ma ora egli è esattamente Conrad tra Giovinezza e Cuore di tenebra. Ora, a ventidue anni di distanza, Marlow sta per ricordare un episodio della sua giovinezza - «la forza, la fede, l'immaginazione che erano in essa» (p. 16) - e all'incirca altri vent'anni dopo, a Conrad, Youth si presenterà, nella Author's Note del 1917, come «a feat ofmemory»: un fatto, una res gesta della memoria. Una vittoria della facoltà memorativa: di Marlow evidentemente, che lì subiva la sua prima impegnativa prova. Sì che ora riandare a Youth è essenzialmente un ritornare a Marlow: a come l'ha conosciuto, «nel modo casuale in cui si fanno certe conoscenze di villeggiatura», a come tuttora egli abiti le sue ore di solitudine più meditativa. Il racconto di Marlow era risalito a oriente come alla sorgente stessa della vita, alla sua giovinezza, legandosi con un simbolismo immediato e necessario al movimento di attribuzione del significato: l'Oriente come giovinezza; il viaggio come vita; il racconto, nel quale l'illustrazione vive, come Oriente, giovinezza e viaggio. Sola vita disponibile� Raccontare, per Marlow, aveva comportato quella rinuncia all'azione: non stare mai sul luogo, ma rincor127

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