Il piccolo Hans - anno XVI - n. 62 - estate 1989

J'ai vu dans un retrait de tamarins ambrés, e ombreuses dell'ultima terzina, che era mousseuses - indicano il dissiparsi di un'aria pastorale e di un cromatismo esotico a vantaggio di una acquisita nitidezza e semplicità. Il testo, entrando molti anni dopo nelle Fleurs du mal, è davvero purificato dal lieve manierismo che l'occasione e il paesaggio avevano impresso? Il sonetto accosta e contamina due registri, uno trobadorico e petrarchesco, l'altro esotico. La figurazione degli elementi di luce è spostata dalla donna al paesaggio, con la variazione intensiva di tonalità che quella «volta purpurea» comporta. Ma la dislocazione della donna nella natura tropicale, fuori dunque dal paesaggio letterario che l'ha coltivata e aureolata, è una dissonanza che il poeta vuole, con un tratto di consapevole artificio, correggere, per dare alla figura d'amore, all'apparizione, il decoro che la tradizione le riserva. Un decoro, cioè un ornamento, che può anche tradire una nostalgia: ma il paese è nominato per la sua cifra più vulgata, nella cornice di un acquerello nel cui paesaggio tremano lontane canzoni («Sur les bords de la Seine ou de la verte Loire»). Questa acclimatazione manieristica dell'esotico, questa sovresposizione dell'incontro alla luce artificiale del letterario, riporta il sonetto nel limite dell'occasione, dell'omaggio su commissione. Eppure le «risonanze» che la bruna incantatrice nel suo incedere trasmette la collocano, di diritto, tra i primi fiori del male: presagio di uno stile che all'artificio saprà sostituire la dissonante eloquenza, al decoro un nuovo sublime. A Saint-Denis-de-la-Réunion, sbarca la nave mercantile EAlcide, che, proveniente da Sydney, trasporta cavalli. Il 4 novembre riparte, con caffè e zucchero: è a bordo Baudelaire, già sulla via del ritorno. Quattro giorni di sosta al Capo, poi Bordeaux, dove l'attracco avviene il 16 117

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