Il piccolo Hans - anno XVI - n. 62 - estate 1989

metafora, ma i passaggi di un'esperienza del viaggio per mare vissuta e insieme fantasticata, allontanata nei silenzi dell'oblio e richiamata nell'onda di un verso, nelle pieghe di una similitudine, nel rovescio di un ricamo? Verso la fine del maggio 1841 Charles Baudelaire lascia in diligenza Parigi diretto a Bordeaux dove si imbarcherà sul cargo mercantile Paquebot-des-Mers-du-Sud per un lungo viaggio verso Calcutta. Un viaggio che il Consiglio di famiglia approva, sostiene, e anzi suggerisce: espediente classico per sottra:rre il giovane alla deboscia, alle cattive compagnie, ai debiti. «Ti sei indebitato per mantenere, nutrire, vestire, delle baldracche», aveva detto a Charles il fratello Alphonse in una lettera «responsabile» e moralizzatrice del 30 aprile. Per la spesa del viaggio - 5000 franchi al capitano della nave e 500 a Charles per i preparativi-si pone, in garanzia del prestito, l'ipoteca sui terreni di Neuilly. Il capitano del Paquebot-des-Mersdu-Sud è Pierre-Louis Saliz: radiato dalla Marina nel 1815 per aver tentato, con altri ufficiali del 14° Reggimento, di portare Napoleone negli Stati Uniti su un peschereccio, divenuto capitano di lungo corso nel 1818, vivrà quasi sempre sulle navi, fino alla sua morte, avvenuta a Calcutta nel 1856. È in questo periodo-tra la decisione del viaggio e la partenza-che in una lettera alla madre, da Creil, Baudelaire usa la parola fiori per nominare alcune poesie: «Je t'embrasse et je t'enverrai dans une prochaine lettre des fleurs qui te paraitront singulières». Singolari: o già «maladives»? Sempre alla madre, dalla nave, nei primi giorni di viaggio: «Abbiamo un tale vento che prima che passi un'ora saremo a mare aperto». 111

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