Il piccolo Hans - anno XVI - n. 62 - estate 1989

Vieni, Coppiere! E quel vino che l'estasi porta, aumenta nobiltà e perfezione ci dona, donami, ché follia molta m'ha preso d'amore, e d'ambo le cose nulla ho avuto di buono. Questi versi, nella traduzione di Alessandro Bausani, sono illuminanti perché trovano il loro riflesso in Il libro del Coppiere (Saki Nameh, questa è la grafia dell'originale goethiano, secondo la trascrizione di von Hammer). È evidente la concezione pedagogico-estetica di �fe'.?, che presenta analogie sorprendenti con l'Eros socratico-platonico, con il suo risvolto di occasione terrena per un processo verso la bellezza ideale. Il che non toglie uno sfondo di ambiguità sulla fisionomia dell'efebo, oggetto del canto di �fe'.? e della prosa di Platone. Ora in Goethe la passione omoerotica sfuma sempre di più nell'indistinto, fino a ridursi a una lontana allusione, quasi un tributo pagato a una tradizione e a un costume d'altri tempi, estranei al contesto culturale in cui si muove questa sezione del West-ostlicher Divan. Annunciando il suo lavoro sul «Morgenland», il bollettino d'informazione dell'editore Cotta, Goethe ne prefigura così la genesi e il significato: «Il poeta che si è guastato con il volgare oste, sceglie un grazioso fanciullo che con la gentilezza gli rende più gradito il sapore del vino. Il ragazzo diventa il discepolo, il confidente, a cui comunica le sue idee più elevate. Una nobile, mutua inclinazione ravviva l'intero libro». Se il Libro delle parabole, si connette a un genere sapienziale che Goethe coltiva anche al di fuori del Divan, nelle due sezioni intitolate Parabolisch (A modo di parabole) della Ausgabe letzter Band, l'ultima raccolta a cura dell'autore ancora vivo, la dottrina dei seguaci di Zoroastro è il tema del Buch des Parsen (Libro del Parsi), che contiene soltanto due poesie. Nell'ultimo, infine, ilBuch des Paradieses (Libro del Paradiso), si ricostruisce fra scherzo e serietà quel luogo di delizie che Maometto aveva promes108

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