ta per contrastarlo. La situazione si può formalizzare, Contini la definisce nei termini di un'opposizione strutturale: «Si dica dunque francamente che l'albero a n termini e l'albero bipartito (quando questo non insorga per forza maggiore) sono strutture ordinatamente rispondenti a quelle sottostrutture che sono la volontà oggettiva di scientifico automatismo e il persistente desiderio della libertà soggettiva di scelta»27 . Ora, sul «ragionamento» di Bédier si imposta una patologia quasi freudiana dell'edizione critica, nella figura di un lapsus del sistema, il quale tende a soddisfare il «desiderio» che è chiamato a censurare. E un secondo pragmatico ragionamento di Bédier-un altro punto «di sommo rilievo»28 - comprova la soggettività e dunque l'arbitrio cui il sistema resta esposto: si obietta che la scoperta di qualche nuovo testimone può cambiare lo stemma e, di conseguenza, la lezione stabilita nel testo critico. Casus {ictus? Tutt'altro: a noi qui basta la dimostrazione che ne dà il Contini nei suoi scavi alessiani. Per giustificare la fitta serie di stemmi bifidi, cioè per agganciarla alla realtà, si è fatto ricorso anche a una «presunta verosimiglianza tecnologica e merceologica», secondo la quale la trascrizione dei codici medievali sarebbe proceduta «di due in due». Si direbbero giustificazioni controproducenti; il Contini le chiama «elucubrazioni di fittizio apriorismo»29 . Piuttosto il calcolo statistico-questo sì tenuto ben agganciato alla realtà, almeno a quella considerata 'normale' da Bédier30 -ha dimostrato che in diversi casi di attestazione, tutti rientranti nella normalità, e precisamente dal caso di otto manoscritti superstiti fino a quello di cinque, la probabilità di un albero bipartito è molto bassa, molto inferiore a quella di uno tripartito31 . Anche per questa via, dunque, la cadenza pertinace dello stemma bifido si connota come un sintomo, e fa pensare a un'aporia del sistema. Tanto più che questo, nella sua funzione riduttiva, può 90
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