Il piccolo Hans - anno XVI - n. 61 - primavera 1989

gerarchica,· dove virtù significa distinguersi e primeggiare. La discussione aristotelica della virtù è anche connessa al problema del miglior tipo di vita e alla rivendicazione del primato della vita filosofica e non ha l'obiettivo di estendere la virtù a tutte le componenti della polis, ma solo a cerchie più o meno ristrette. Il concetto di virtù è elaborato per differenziare e creare dislivelli più che per legare tra loro tutte le componenti di una polis: se fosse distribuita tra tutti, la virtù non sarebbe più virtù. Mac Intyre riconosce che il noi, nel cui nome Aristotele scrive, è l'educated Athenian, cioè i migliori cittadini della migliore città e che lo schiavo e il barbaro sono esclusi da questo quadro; ma dimentica di riflettere sul fatto che Aristotele non era un cittadino ateniese e forse di qui scaturiva la sua attribuzione di primato alla vita teoretica e, quindi, a un tipo di virtù, non riservate esclusivamente a cittadini di una polis. Mac Intyre è disturbato dal fatto che Aristotele parli di non-Greci, barbari e schiavi, come non solo privi di relazioni politiche, ma anche incapaci di esse e considera questo aspetto un'eredità della cultura di Aristotele, presupponendo forse che Aristotele può diventare «bello» appunto se sganciato dalla sua cultura. Questi limiti nella concezione aristotelica della virtù non compromettono necessariamente lo schema generale di essa «per comprendere il posto della virtù nella vita umana»8. Il fatto di rifiutare la difesa aristotelica, indifendibile, della schiavitù non dovrebbe produrre implicazioni più ampie per il nostro atteggiamento nei confronti della teoria aristotelica della virtù9 • Confesso di trovare stupefacente come studiosi di formazione analitica, così minuziosi nel cercare la consistenza logico-argomentativa delle dottrine, possano anch'essi giungere a separare cosmeticamente ciò che è storicamente limitato e, perciò, negativo da ciò che è ritenuto ancora valido, senza porsi il problema se tra questi due aspetti non esistessero connessioni anche logiche e se la concezione agonistica della virtù 186

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