Il piccolo Hans - anno XVI - n. 61 - primavera 1989

storiografica a carico di un autore, che si affianca all'autore del testo originario. La questione dovrebbe essere ulteriormente chiarita, ma un punto ovvio è che in questi restauri extra-testo, che danno luogo a una tipologia di forme letterarie, non si assiste a una riproduzione o riscrittura totale del testo originario, come in un famoso racconto di Borges. Il restauro non è, come nella letteratura dossografica, riscrittura di un testo, ma scrittura su un testo. In questo senso esso si libera da ogni analogia, se non vado errato, con il restauro vero e proprio, che ha luogo nelle arti figurative, dove può comportare la perdita o il guasto dell'oggetto originario'. Nel restauro extratesto il guasto non deturpa irrimediabilmente il testo originario, che può sempre essere oggetto di restauri alternativi; d'altra parte, ciò lascia anche campo maggiore alla possibilità di arbitri restaurativi e, insieme, di una pluralità di restauri simultanei o in accumulazione. Di fronte a questa molteplicità di restauri immateriali continuano a ergersi e sussistere - finché i testi stampati non si dissolveranno e non saranno sostituiti da altre forme di conservazione - i testi nella loro materialità. Di fatto il restauro fuori testo si riconduce a un programma o a un preventivo di come dovrebbe essere letto e inteso un testo, non di come dovrebbe essere scritto o riscritto nella sua globalità. 2. Restauro e temporalità Per Platone ciò che era scritto in un testo filosofico, in quanto scritto, era costitutivamente privo di forza in qualsiasi tempo. In opposizione a ciò si è potuto sostenere che ciò che è detto in alcuni scritti ha valore e forza in qualsiasi tempo: in ciò si compendiano, in maniera generale, le varie forme di classicismo. Ma si può anche sostenere che il valore e il significato di ciò che è scritto in un 178

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