presenta una linea della tradizione porta un despeiret, mentre un altro manoscritto, su una linea diversa, porta destruist e i manoscritti di una terza linea portano despoille. È una struttura di divergenze in presenza di lectio difficilior; questa è riconosciuta in despeiret, che si restaura (come fece Gaston Paris) in desperet. 2) Verso 373. Un manoscritto porta ki de Rome esteit pape, altri, in una metrica difettosa, portano ert al posto di esteit, e magari invertono: ki ert de Rame. Si congettura una lectio difficilior assente, che potrebbe essere l'articolo femminile la davanti a pape; ma «l'omogeneità e l'esistenza entro la tradizione di altri scambi fra le due copule o ausiliari [...] fanno propendere per eret», come lezione da restaurare al posto di esteit e ert. 3) Verso 440. In tutti i manoscritti che lo riportano, in presenza di merveile o mervelhe o merveille q mervelle si registrano «ipometrie e supplementi» di diversa natura «e dunque congetturali»; si suppone che siano prodotti dall'«elemento comune merveille» e che basti «risarcire» questo elemento nel «primitivo» e «logorato» mereveille. Accertati i guasti nella lettera, la soluzione sembra «imposta da quello che press'a poco nel senso saussuriano si potrà dire il 'sistema'». 4) L'interpretazione e il restauro di merveille sono richiamati dal critico in molte dimostrazioni; con singolare efficacia metodologica in questa: poiché anche altri versi (il 445 e il 465) recano, in presenza di merveille, divergenza di varianti adiafore («per sé ammissibili»), la relazione interna, accertata in molti testimoni, fa della «necessità di supporre una lectio difficilior assente» un momento strutturale della ricostruzione del testo. L'individuazione dell'«elemento patologico» in quel comune merveille e il suo restauro in mereveille danno risalto nell'esperienza della ricerca alle 'figure' D ed E, importanti per la razionalizzazione della critica interna48• A seguirli questi scavi, par quasi di vedere il testo ri100
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