Il piccolo Hans - anno XV - n. 59 - autunno 1988

Non potette tanto questa sentenza, sostentata da sì potenti ragioni [...] che non potesse molto più lasentenza contraria, concitata dall'odio e dalla cupidigia del dominare.41 Ne risulta, narrativamente, la possibilità del lettore di accedere direttamente al dibattito, di interrogarsi egli stesso sulla validità o meno delle scelte compiute, di immettersi, quasi, nel vivo della assise cui l'autore lo invita indirettamente a prender parte. Quanto a sé, Guicciardini, adotta ampiamente la tecnica extradiegetica di intervenire con frequenti considerazioni e commenti sulla trama diegetica; una tecnica che, come Segre42 ha sottolineato, scaturisce dalla «decisione di personalizzare la voce del narratore». Non sorprende perciò che, nella Storia, si ritrovino in qualche caso riprese quasi testualmente, molte delle considerazioni e delle massime che l'autore aveva già raccolto nei Ricordi. Vi è tuttavia da osservare che la diversa collocazione - il legame stretto del commento a una situazione ben definita e descritta - disloca sovente il testo tratto dai Ricordi, o a loro simiglianza, dalla tonalità di una affermazione, tratta sì dali'«esperienza», ma generalizzante, alla concretezza e immediatezza della sua derivazione, e immersione, evenemenziale. Ma riprendiamo, concludendo queste pagine su Guicciardini, quanto si è sopra, all'inizio del paragrafo, accennato: il coincidere di «esterno» ed «interno», della «ruina d'Italia» con lo scacco personale di Francesco Guicciardini: l'una e l'altra - sembra suggerirci l'autore - dovute sì alla «fortuna», ma soprattutto ai «mali consigli» di coloro che ne erano stati agenti. Scritta, così, quasi in una gara contro il tempo, negli ultimi tre anni di vita dell'autore, e contrassegnata da un duro lavorio di documentazione ampiamente testimonia83

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